Riscaldamento nelle scuole
Causa emergenza gas, anche le scuole devono fare i conti con le regole che disciplinano il riscaldamento in autunno e inverno. Ma cosa dobbiamo aspettarci?
Una cosa è certa: i costi del gas e il caro delle bollette impongono di ridurre la temperatura dei riscaldamenti di qualche grado e di accorciare di qualche ora la durata di accensione dei termosifoni.
Vediamo insieme qual è la situazione del riscaldamento nelle scuole oggi e come potrebbe cambiare il prossimo anno.
Quando si accende il riscaldamento nelle scuole
Tra le misure previste dal piano italiano per limitare gli effetti della corsa al prezzo del gas, troviamo la stretta sull’uso degli impianti termici che varia a seconda dell’aerea geografica del singolo comune.
Le nuove regole per il funzionamento del riscaldamento nelle scuole che scatteranno entro settembre 2022, modificano la vigente regolamentazione della temperatura e dell’orario di accensione invernale.
Il decreto potrebbe subire variazioni ma per ora sappiamo che nella maggior parte delle regioni dello Stivale i termosifoni nelle scuole si potranno accendere dal 15 ottobre al 15 aprile, con un orario massimo di funzionamento che non può superare le 12 ore.
Quanti gradi ci devono essere in classe?
Per far fronte all’emergenza gas, la nuova regolamentazione sul riscaldamento nelle scuole prevede che la temperatura degli impianti termici si abbassi di qualche grado rispetto all’anno precedente. Ma quale deve essere la temperatura minima nella scuola? E quale quella massima?
Il decreto vuole che all’interno degli edifici scolastici durante i mesi estivi la temperatura dell’aria debba essere compresa tra 24 e 27 gradi, mentre per i mesi invernali la temperatura deve variare tra 18 e 22 gradi.
Quali sono le possibili conseguenze dell’abbassamento del riscaldamento?
In Italia, come in molti altri Paesi del mondo, si sta discutendo sulle possibili conseguenze dell’abbassamento del riscaldamento nelle scuole. In alcune regioni italiane, infatti, si è già arrivati a una diminuzione della temperatura negli ambienti scolastici, in altre si sta valutando la possibilità di introdurre questa misura.
L’abbassamento del riscaldamento nelle scuole può avere diversi effetti, sia positivi che negativi. Da un lato, infatti, può portare ad un risparmio energetico, sia per le famiglie che per le scuole stesse, che potrebbero così destinare le risorse risparmiate ad altre attività. Dall’altro lato, però, un ambiente scolastico meno riscaldato può essere fonte di disagio per gli studenti, soprattutto se si tratta di bambini piccoli o di ragazzi in età adolescenziale. Inoltre, un ambiente meno riscaldato può favorire la diffusione di virus e batteri, soprattutto se non viene effettuata una adeguata ventilazione.
Per questo motivo, è importante valutare attentamente tutti gli aspetti prima di decidere se introdurre o meno questa misura nelle scuole.
I continui aggiornamenti sui decreti e le regolamentazioni che disciplinano il consumo energetico nelle scuole non ci permettono di sapere con certezza quale sarà la situazione del riscaldamento il prossimo anno. Nulla è ancora deciso. Certo è che le ripercussioni dell’aumento dei prezzi del metano pesano anche sulle spalle dei nostri studenti italiani.
Perché il prezzo del metano sta aumentando in Italia
Il metano è un gas naturale che viene utilizzato come combustibile per la produzione di energia elettrica e per il riscaldamento.
In Italia, il metano è una delle principali fonti di energia ma negli ultimi mesi il suo prezzo è aumentato notevolmente, causando non poche difficoltà alle famiglie e anche le scuole si trovano a dover farvi fronte. Secondo recenti stime, il prezzo del metano per il riscaldamento oggi è aumentato del 20% nel corso dell'ultimo anno.
Questo aumento è dovuto principalmente alla crescente domanda di gas naturale da parte dei paesi in via di sviluppo, come la Cina e l'India. Inoltre, la domanda di metano in Italia è in aumento a causa della crescita dell'industria e dell'incremento del consumo di energia. L'aumento dei prezzi del metano ha un impatto negativo sui consumatori italiani, che sono già sottoposti a una forte pressione fiscale.
È indubbio che l’emergenza gas sta avendo un impatto negativo sull'economia italiana, portando molti imprenditori a ridurre i livelli di produzione o addirittura a chiudere le proprie attività.
